venerdì 31 agosto 2007

Nel nome di un padre


Nel nome e nel cognome
di un padre che mi ha perso
tra le righe di una storia
tra un bicchiere vuoto
pieno solo di tristezza
in mezzo a volti
anonimi
facce di chi in fondo
si accontenta
da baci irritati
di una barba incolta
e su questo disco graffiato
dalla vita
che la puntina del mio cuore
poi si incanta
è il dolore dei ricordi
che si fissa
cristallizzandosi
su una melodia immaginaria
sempre sulla stessa nota
armonie confuse
tra il bene e il male
che si affrontano nell'aria
senza mai soccombere
l'uno necessario all'altro
per giustificare l'esistenza
di una traccia
per ferire la terra
con un solco profondo
dove forse
un giorno
innaffiato dalla vita
quel seme ormai indurito
nascerà di nuovo.

giovedì 30 agosto 2007

E allora...Tango!


Ancora una scultura...
l'ultima nata da questo prolifico periodo
da questa specie di ovulazione dell'anima,
si ispira al Tango...
danza e scultura sono espressioni
molto simili
nella danza esprimiamo il nostro senso interiore
la musica ci guida i passi
i movimenti,
disegnamo sogni con le braccia e i fianchi
con la vibrazione del corpo
che finalmente libero
si lascia sedurre dall'armonia delle note
esprimendo tutta la sensualità
sepolta sotto le stratificazioni
che ognuno si porta dietro
fardelli indesiderati del mondo esterno
dell'educazione
dell'esperienza accumulata
del nostro apparire...
nel giusto desiderio del voler essere
senza più sembrare...
nella scultura il processo è molto più cruento
l'idea scende dal cielo
il ritmo si insinua nelle mani
nel momento in cui sei di fronte
alla materia inerte
ferma,apparentemente quieta
che ti sfida a domarla
...poi...una linea,un segno da seguire
dolcemente con fiducia
poi...il segno ti rapisce
il ritmo aumenta
come in una danza ancestrale
le mani creano
la passione si impadronisce di te...
come due ballerini di tango
seducono e si fanno sedurre
nell'armonia del loro amplesso mimato
nella melanconia dell'abbandono
ritrovo le mie linee
i miei segni...
celati nella fredda pietra
nell'umida argilla
dietro la curva dei colori
e allora...
senti il dovere
l'urgenza assoluta
di estrapolare la bellezza
ovunque essa si nasconda
e riempire la forma e lo spazio
con i segni
con il corpo
con i pensieri
sublimarli
assorbirli nelle cellule
farli propri per poi donarli
a tutti coloro che sapranno cogliere
l'unicità del necessario
pasto dell'anima.

domenica 26 agosto 2007

Er Terremoto


Ho chiamato li pompieri
stamattina no,non per le crepe
uscite lì in cucina
nè pe sto muro sgarupato
l'ho chiamati...
pè stò core mio
un core lesionato...
hanno fatto l'ispezione
sù dal tetto
fino giù in cantina...
e se sò stupiti
de trovallo ancora sano
cò tutte ste intemperie
pensavano de trovà
solo un mucchio de macerie
e dire che
ce ne sò stati de marasmi
dè sciagure varie
persino un'uragano...
ma lui resiste fiero
come un vecchio monumento
come er Colosseo
come un simulacro dell'amore
quello sacro
e quello un pò profano...
Er capitano poi
m'ha preso da nà parte
e m'ha detto
de stacce un pò più attento
cò stò core antico
che nun sà se lo regge
er prossimo tormento...
Allora io me sò tranquillizzato
perchè m'è passato accanto
e m'ha sfiorato
n'artro terremoto
ma stavorta
consapevole
appena in tempo...
l'ho scansato.

giovedì 23 agosto 2007

AquaLuna


Sfiorando le lenzuola
scivola via la luna
dalla notte
liquida
attraverso le finestre...
cola
entrando
in questa nostra stanza
la tua pelle
sotto le mie dita
danza
freme il ventre
tuo
fra le mie mani
mi attorciglio al tuo respiro
denso
caldo sul mio collo
teso
mi ti spalmi addosso
sul petto fra le gambe sul mio viso
e io prima di perdermi
ti prendo
ed è umido ora
questo nostro cielo
gonfio come un temporale
che ci sorprenderà ancora
esplodendo come un lampo
come un botto
a carnevale.

mercoledì 22 agosto 2007

ORA


Domani...
ultimo sole nel cielo del Leone
un cerchio si chiude
il presente si sovrappone
sposto verso il basso
quell'ode dell'inganno
la consegno alla memoria
la relego in un angolo
ormai tutta questa storia
si è presa il suo tempo

ha avuto il suo spazio
il suo immeritato momento di gloria...
Ora...
la prima pagina
di questo mio diario
se la prende quest'opera mia
l'ultima nata
con un prepotente inno alla vita
alla verità svelata
plasmata con forza
e con dolore
da queste mie dita...
traduce al mondo
il mio domare la materia
il mio riuscire a vivere
senz'aria
il mio scavarmi dentro
il mio continuo sopravvivere
a me stesso...
quando accarezzo il paradiso
o con la faccia in fondo al cesso
io...
sono io
e a te lo dico...
Amore mio
rimasta lì ferma
fedele come un sasso
mentre io giravo
perso
mezzo addormentato
rimasta lì
immobile
proprio lì
dove ti ho cercata
nello stesso
esatto posto
che avevo ormai dimenticato.

venerdì 17 agosto 2007

Troia


Quando dico Troia
non penso alla città
al suo cavallo
all'ingegno ed all'astuzia
alla strategia perfetta
della sua regina...
io invece
penso solo a una donnetta
priva di spessore
una maga degli inganni
una femmina un pò scialba
bastanza avanti coi suoi anni
non è che prima la vedevo bene
stordito dal suo fare
nell'usare ogni trucco
facendomi entrare
sempre e dappertutto
con dedizione e con costanza
in un continuo girotondo
per farmi sentire
l'uomo più forte mai nato al mondo
no non potevo vedere
la sua essenza
tanto assidua era la sua presenza
per farsi amare
era divenuta un abitudine
un non so chè di famigliare
riusciva a non farmi pesare niente
senza accorgermi
che a forza di mentire
ero divenuto trasparente...
ma che vuoi fare
l'uomo in fondo è un cretino
crede a tutte le sue balle
basta strofinargli un pò la pelle
fargli sentire che sotto ci ha due palle...
poi all'improvviso è come se ti svegliassi
in mezzo a un sogno a tarda sera
e la vedi per come è
tutta intera
con le rughe e le furbizie dei suoi anni
le sue stupide bugie
il nascondersi dal tempo
e dagli affanni...
la sua mancanza assoluta
di ogni forma di ambizione
e ti chiedi come hai fatto
per tutto questo tempo
gran coglione
a non vedere
quell'aura sinistra che la copre
solo per metà
un velo nero
che vuol far sembrar mistero
la sua cattiveria
che si espande
in una stupida superficialità...
e pensare che gli hai fatto
pure il funerale
senza fiori forse
ma che vergogna!!!
avrei dovuto farlo prima
scaraventarla in mare
darla in pasto ai pesci
un trattamento di favore
per una simile carogna.

giovedì 9 agosto 2007

Senza Parole...


Senza parole...
potrei riempirti lo sguardo ore ed ore
con tutto quello che le mie mani sanno fare
per come plasmano con forza la materia
o per come a volte
da sole annaspano nell'aria
Senza parole...
potrei riempirti la testa con i miei pensieri
usando solo gli occhi
raccontandoti le storie dei miei anni
con le rughe del mio viso
segnato dagli affanni
Senza parole...
potrei riempirti il cuore coi i miei sensi
col mio sentire il mondo
la notte il giorno
e tutte l'emozioni
ti sorprenderei
dicendoti le cose che non pensi
Senza parole...
con tutta la mia arte
senza sfiorarti con un dito
cercherei un varco
in mezzo alla tua pelle
per guardarti dentro...
rapito
e di nascosto
ascoltare in silenzio il tuo respiro
Senza parole infine...
strapperei il cielo con le mani
e ruberei due stelle
per scolpirci a forza
i nostri sogni
disegnarli sulla pelle
e quando avrò finito
le farò brillare come bombe
in mezzo a questo strano cielo
divenuto all'improvviso
più pulito.

martedì 7 agosto 2007

il Mio Saturno Contro


...Ecco la mia ultima creatura o dovrei dire la prima dopo più di tre anni,dopo la scarnificazione di Saturno al quale ho offerto la mia anima senza difendermi,mi sono lasciato sezionare,un autopsia dal vivo dei miei sentimenti,senza paraventi a nascondere il pudore di uno sterro dell'anima così profondo...e cè dentro tutto,dieci anni di vita e di finzioni,di bugie e tradimenti di desideri inappagati sogni delusi e poi traditi,l'amore scimmiottato per ignoranza,noncuranza,il desiderio perverso del possesso, l'oblio della trasgressione,passi anni a sedimentare cose,mattone dopo mattone ammucchi sentimenti come un muratore ubriaco e dopo la sbornia arriva lui...puntuale a chiederti il conto del tuo agire e non basta più la pelle per sentire il male...se hai coraggio rimani lì fermo a farti setacciare,perché ogni cosa deve essere al suo posto,ogni cosa il suo nome,come nel paese di Macondo,e allora rivedi le tue schifezze,il tuo confondere il giorno con il sole,l'amore col piacere e il tuo buco dentro sempre più grande,ogni volta che provi a nasconderci qualcosa questa si adatta al nuovo ambiente e tu la perdi di nuovo,mimetizzata col tuo modo di fare..tanto sei abituato a sembrare..e poi alla fine arriva il conto,se sei stato bravo avrai di che pagare per smettere di soffrire,andare avanti nel chiarore che intravedi oltre la fine dei tuoi giochi...poi come sempre accade dopo il male arriva lo stupore, la pelle si dilata e quel dolore che sembrava pietra diviene come acqua sporca di vita vissuta,allora fai silenzio di tutto il rumore intorno,ti alzi in piedi e osservi il lavoro finito,pezzi di vita ai tuoi piedi briciole di storie alle quali avevi dato nomi inventati sul momento,priorità improvvise dettate dai tuoi bisogni,specchi sempre troppi piccoli per vederti tutto intero...allora fai bene i conti per dare l resti a tutti, per non deludere nessuno, passi e ripassi le tue cose al vaglio con le maglie strette quelle proprie del dolore puro,il dolore sordo senza risentimento,quello muto senza eco,pressi il torchio e come un contadino saggio aspetti...la stringitura ...sapendo che quel momento è il frutto della tua fatica,fatta ad arare con le mani nude i campi della vita...quello che rimane sarà tuo,lo avrai meritato mettendo il tuo cuore in moto,senza nasconderti dietro silenzi pensati ad arte,alle pause e ai messaggi senza senso,senza scappare col viso in faccia all'ennesima tempesta...per rimanere tu,più bello e più forte con tutto il mondo che ti resta.

venerdì 3 agosto 2007

Il Dono


poi...
quando meno te lo aspetti
il dono arriva
e sei stupito
uno sguardo incrociato
due nocciole senza guscio
incastonate in un viso pulito
e ti lasci andare,parli e ridi
ti esprimi,senza aspettare
l'urgenza del tuo essere vero
lì da sola senza mentire
senza il bisogno di imitare
e in poco tempo puoi piangere
aprire le finestre su questa estate
e far entrare aria nuova
mani e occhi che si sfiorano
così semplicemente
senza promesse da tradire
così
semplicemente
perché è morbido il tuo sguardo
i tuoi fianchi il tuo respiro...
così senza sapere dove andare
fidarsi solo della pelle
che non sa mentire
sotto questo cielo d'agosto
ancora pieno di stelle.