martedì 16 febbraio 2010

perduti

Poi
nel silenzio cupo
del giorno dopo
nel sottile rifiuto
del tasto di occupato
nell'attesa ironica
di un cellulare muto
guardi le tacche che misurano l'assenza
di chi ti gira intorno
ma non ti vuol parlare
e ti lascia lì da solo
con la tua storia da inventare
in una mano l'aria
e nell'altra una bilancia
per pesare le parole
nello spazio tiranno di un messaggio breve
dove devi condensare un emozione
raccontare questa tua tristezza lieve
niente di importante,è vero
ma sotto il velo del tuo tempo
dietro le quinte del palco
che hai montato sulla faccia
devi almeno provare
ad essere sincero
e la cosa ormai ti pesa
sei invecchiato
corri poco e giochi sul sicuro
con tattica a difesa
di quel poco che hai imparato
da tutti i calci presi
nei giorni mangiati a morsi
che non saziano
la fame che rimane dentro
questo cuore malato
bulimico d'amore
che si riempie
ma non riesce a vomitare.

A voi uomini senza ali

A voi
uomini di mondo
con le vostre storie patinate
confezionate ad arte
per ammaliarci dallo schermo
a voi
uomini senza fondo
col cuore perso
dentro un pozzo nero
a voi chiedo
ma si può morire di lavoro?
con la rabbia che mi sale
dalla pancia fino in gola
e gli occhi gonfi di stupore
a guardare quelle vostre facce
i menti furbi e aguzzi
le vostre gote lucide
quel collo gonfio
e la vostra fronte incipriata
mai bagnata di sudore
quello vero
di chi suda per mangiare
a voi chiedo ancora
state zitti per favore
rimanete fermi dove siete
nel vostro deserto senza ombre
sazi come jene
non comprenderete mai
un uomo quando ha fame
giocate alla vita
su isole sperdute
parlate di giustizia
sdraiati su divani di velluto
la vostra schiena sempre dritta
così lontana dalla terra
che il Signore così in basso ha posto
nascosti dietro un paravento
sentimenti di cordoglio
falsi come i vostri sguardi
che mi creano disgusto
senza più decoro
abbiate il coraggio del silenzio
e fate onore
a chi oggi ancora una volta
è morto di lavoro.

Danilo Micarelli
iPhone

Luce

nel buio più profondo basta una piccola fiamma per indicare la strada...una piccola speranza di un domani migliore...un futuro sicuro dove cogliere i frutti della fatica di vivere...dove la dignità non sia solo una parola vuota ma si possa cogliere il peso della sua importanza...umilmente mi inchino alla speranza,frammento di un credo interiore lacerato e consunto dalle cattiverie della vita,anelito di fede che resiste nel tempo marcio e malato che avvelena gli animi...dove non possa più esistere il potere dell uomo sull uomo dove il lavoro sia sacro per tutte le persone di buona volontà dove infine ritrovare la pace che questo male di vivere mi ha tolto.

Danilo Micarelli
iPhone

martedì 2 febbraio 2010

Stanchezza

Aiutami Signore,sono stanco dentro,di lottare con la vita,questa precarietà mi avvelena il cuore,uccide i miei sogni e le speranze,annulla ogni progetto,ti fa' correre col fiato corto,sto' perdendo il coraggio,la stima e la fiducia,il futuro come un'ombra lunga tagliata dal tramonto,stringo i denti da troppo tempo ormai che la faccia sta' diventando una smorfia che devo trasformare in un sorriso quando torno a casa dai miei angeli,per non trasmettere loro l'angoscia,per lasciarle piccole il più a lungo possibile,fino a quando la mia schiena non si piega fino a terra loro devono essere serene e ignorare il terrore del padre riguardo la miseria e l'approssimazione...Aiutami ti prego mio Signore.