domenica 18 dicembre 2011

Io Non Credo


Non riesco a credere
al tuo sorriso
che obliquo scivola
dalle tue labbra avare
alla tua veste bianca
come il fumo che annunciò il tuo regno
alle tue mani dure
alzate sopra il mondo
e il suo dolore
sulla miseria
chiusa fuori dalle tue chiese
dalla tua casa dorata
non riesco a credere alla tua storia
alle tue parole storpiate
non vedo il Figlio nel tuo sguardo
assente il Padre dai tuoi occhi
il Cristo sceso dalla croce
viveva in mezzo ai derelitti
tutta la sua vita
non solo una volta l’anno
circondato da sciacalli neri
non rappresenti il mio Dio
l’idea mia di Amore
ho trovato Cristo
nelle piaghe infette dei feriti
nel tuo nome
nelle pance gonfie di fame
nelle mosche intorno agli occhi
di chi ha visto solo deserto
e ora galleggia in mezzo al mare
nel rosario di un prete scalzo
nel saio strappato nel freddo
nel cuore di ogni uomo sincero

martedì 6 dicembre 2011

Il dolore della speranza


non ce la faccio più
a sentire tutto questo dolore alla tivù
ipocrisia divenuta stagno
acqua ferma scura senza ombra
odore grasso
di energie cupe lasciate a macerare
come erba ruminata
e fango appena mosso dal tormento
di voli piccoli minuscoli
insetti a strascico nel limbo
deriva senza schiuma
come il solco di un pattino nel ghiaccio
come rugiada unta in un parcheggio
come salnitro in una grotta
resto
aggrappato ai miei sogni
come muschio
come una preghiera nel breviario
sento
nulla sarà più come prima
quando seppellivo i miei rimpianti giù in cantina
e gettavo i miei rimorsi
nel fondo verde di un lago di montagna
coi ricordi appesi tutti intorno
fissi come gechi su una roccia
torno
nell’alveo secco come spugna
con la speme di pioggia
di quell’acqua dentro
che ti apre il petto
ma non ti bagna
pane secco che non sazia
perdo
il mio sguardo in quell’orizzonte acerbo
umido come occhi di vecchio
occhi di fuoco e cenere e vino e mattina presto
e bestemmie e sudore e fatica
sangue amaro nelle vene
veleno aspro sulla lingua
come sputo su un’ortica
lascio
la speranza libera nel vento
che increspa appena l’onda scritta del destino
che fischia tra le persiane in centro
o guizzi in mare aperto
finchè trovi spazio
a sufficienza
in questo cuore incerto.

lunedì 14 novembre 2011

Ricordati


ti regalerei la brina dei prati
e il vento secco che scivola dai monti
quello freddo del nord
che gela i pensieri
che ci chiude dentro la pelle
a ricordarci di noi
solo così
chiusi dentro da un brivido
sappiamo chi siamo
nel silenzio assoluto dei ricordi muti
le emozioni appese alla bocca dello stomaco
ferme lì a graffiarci come una gastrite
ci fermiamo a sentirci
ascoltandoci dentro
come un respiro in una caverna vuota
il rimbombo di una eco stracciato
ritorna
a rammentarci di ridere ancora
di noi e del dolore rappreso
perché la vita è un percorso infinito
non và corso di fretta
come chi
fredda il suo thè con un cubetto di ghiaccio
per non perdere il treno
e si beve un bicchiere di acqua tiepida
che non gli toglie l’amaro di bocca.

mercoledì 9 novembre 2011

Bella




Sei bella
molto bella
ma questo non ti basta
chinata su te stessa
severa
ti guardi sempre dentro
con i perchè e i percome della vita
che ti riempiono la testa
quante domande da quanto tempo chiedono risposta
eppure
quando in un lampo ti fermi
e i pensieri cadono per terra
come coriandoli impazziti sotto carnevale
volano via con una risata
esplodono in cielo,come fuochi di una festa
ed è allora,solo allora
che ti illumini davvero,per intero
e risplendi come un faro
in mezzo alla tempesta.

giovedì 29 settembre 2011

Anche Se


anche se
per un capriccio del destino
finisse domani il mio cammino
avrei negli occhi 
impresso
il tuo sorriso
le mie mani a cornice
sul tuo viso
e sul petto stretto 
l'abbraccio caldo a prepararti un sogno
vegliare in silenzio il tuo respiro
scacciando le ombre dal tuo sonno
finisse domani la mia storia strana
il rimboccarti le coperte
le darebbe comunque un senso
partecipare alla tua vita
un dono
che salda il credito infinito
che regala un senso al tempo
che mette pace
nel mio cuore inquieto.

martedì 27 settembre 2011

Da me a Te



Lo sai,io con te sono sempre stato un pò avaro di melensi giri di parole,ma oggi,o meglio proprio poco fá scartabellando stò cuore indurito ho trovato un ti amo che aspettava noi,ed è proprio quello che sento adesso,come fosse il primo volo a sfiorarti il cuore,riuscire a fermarsi un momento per ascoltare il vento bisbigliarti i suoi segreti raccolti lungo il viaggio che ha fatto per scoprirti,era questo in fondo quello che volevo dirti,stare insieme passeggiando lungo gli anni,a volte di corsa col cuore in gola altre in silenzio ad assaporare il tempo che abbiamo intorno,insieme noi non saremo mai soli,e io mi rialzeró sempre e spezzeró le lance dei nemici e le catene e mi troverai sempre lí al tuo fianco a circondarti il cuore a difendere i tuoi sogni baciando il tuo perdono perché sei te,la mia donna,madre dei miei figlie in mezzo al caos totale
sarai sempre te,il mio dolce semplice umile adorato Amore.





lunedì 1 agosto 2011

Sfogo Da Precario

Precario, momentaneo, temporaneo, passeggero, provvisorio, transitorio insicuro incerto, dubbio instabile problematico caduco, effimero, e poi malsicuro traballante revocabile,questi sono i sinonimi dal vocabolario e continuano con accezioni moderne come:a tempo determinato, licenziabile, lavoratore temporaneo; invece sempre dal vocabolario i contrari così rassicuranti come:durevole, sicuro, certo, indubbio, stabile fisso definitivo e poi, fermo bloccato fissato immobile irrevocabile e inamovibile,confermato! Dopo tanti anni la precarietà diventa uno stato interiore, la mancanza di equilibrio ti fa vivere in una continua tensione, rimani così, immobile per non cadere nell'abisso, non puoi fare progetti, né immaginare vacanze, perché ogni tre mesi per i più fortunati un anno, la tua vita lavorativa si interrompe,e non maturi nulla, tutto viene liquidato insieme alla tua dignità, ed è un sistema perverso che travolge tutto, gli affetti, le amicizie, persino le cose più ovvie ed elementari, come la cura dei denti,la salute o la crescita culturale tua e dei tuoi cari,seguire con cura la tua famiglia,i loro interessi,tutto viene meno in quanto ogni volta che inizi da capo sei azzerato,non hai mai il tempo o l'energia necessari a occuparti di tutto,vivi in una costante apnea respirando a pieni polmoni quando puoi poichè non sai mai quando emergerai ancora,aspettando che finalmente il tuo valore venga riconosciuto.

Dopo tanti anni di lavoro temporaneo, sembra quasi che la realtà è quella, ed è questa la follia, quando sei inserito in realtà lavorative grandi vedi i tuoi colleghi più fortunati con un contratto stabile, hanno un'energia diversa dalla tua, parlottano, sorridono, parlano di palestre, o di corsi di lingue, o della partita a calcetto,di vacanze,la normalità, tu invece, sei un lavoratore di serie B, i tuoi diritti apparentemente uguale ai loro lo sono solo sulla carta, ma nella realtà tu devi fare attenzione ad ammalarti, a farti male, devi sempre correre, devi sempre dare il massimo, devi sempre farti conoscere,farti apprezzare e non basta mai.

È così passa la vita,tre mesi per tre mesi, le tue bambine crescono,la tua fatica sempre maggiore, per poter assomigliare agli altri,avere quella sicurezza su cui investire mentre invecchi per qualcosa che è un tuo diritto invece devi sempre tribolare, a ogni scadenza di contratto con l'ansia che ti prende la gola ti stringe il cuore e non ti lascia. Credo che chi non vive questa situazione faccia fatica a capire, perché lavorare dovrebbe essere una cosa normale, non un bene che devi conquistare tutti i giorni che ha fatto Dio,ma un uomo sazio non potrá mai comprendere un'uomo che ha fame.

Io invece lo ringrazio Dio, per la forza che mi ha dato, per le mie bimbe, per mia moglie e la sua infinita pazienza, nel tirarmi su ogni volta che la mia autostima si frantuma contro l'ennesimo rifiuto l'ennesima faticosa illusione l'ennesima azienda che ti spreme come un limone, per poi magari sostituirti con un ragazzo al quale può proporre un contratto di apprendistato risparmiando sulle spese umiliandoti ancora.
Questa è l'Italia,il paese del lavoro flessibile che ha ingrassato gli imprenditori disonesti e ha svuotato i lavoratori meno fortunati o tutelati di tutta la loro dignità,che era e rimane la loro unica ricchezza e risorsa,questa è la nostra patria una madre che non amo più,diventata anzi un nemico da combattere.

sabato 30 luglio 2011

Vivere

Duro mestiere il vivere,dove haimè a poco serve la teoria se non a capire di quanti e quali corpi siamo composti delle loro esigenze desideri e bisogni,dopodichè la pratica infinita sul "campo" per scoprire e sperimentare con gioia e dolore la propria personale univoca e irripetibile resilienza,caduta dopo caduta,le risalite dalle quali cadere ancora e più si sale,e più veloce e rovinosa l'inevitabile caduta,nel mestiere di vivere si cerca l'equilibrio fra il salire e il cadere,che somiglia allo stare in bilico,cioè equilibrio precario e forse il segreto è proprio questo accettare la propria precarietà su questa terra,che tutta la gran fatica che facciamo,il correre divorando giorni mesi anni,consumando il nostro corpo più pesante e faticoso,non ha altro fine che liberarci di esso stesso,allora vorrei imparare meglio questo mestiere regalandomi giorni più lunghi e per quanto possibile più sereni.
Non ricordo chi scrisse l'aforisma:"vivere e cessare di vivere sono soluzioni immaginarie,la vera esistenza è altrove".... Non ne sono sicuro forse Rimbaud,ma sicuramente quell'Altrove è per ognuno diverso a seconda del suo credo o della sua assenza di credo,quindi sono tornato esattamente al punto di partenza....veramente duro il mestiere di vivere...

venerdì 29 luglio 2011

Accade a volte accade


Accade,raramente ma a volte accade,che ti guardi ti cerchi ma non ti trovi,non riconosci quello sguardo,come se dietro quegli occhi non ci fossi piú,un involucro vuoto
senza storia,senza odore,lo stesso odore che pure ti ha fatto compagnia nei periodi piú bui di assoluta e necessaria solitudine,senza ricordi,come uno strano assurdo limbo in terra,oltre la terra,dentro te,il nulla,neanche le ceneri di una Fenice o le briciole di Pollicino nessun segno che riconduca a te,eppure nel tuo presente così costante concreto solido non trovi un'appiglio,una nicchia sicura sull'abisso dove puntare un piede per l'ennesimo slancio verso l'alto,no questa è un'altra storia,questa è la vera morte e rinascita,il dolore vero è la resistenza che poniamo al cambiamento,il dolore puro della resilienza di questa anima stanca.
Alla fine è tutto qui,accettare senza passività il proprio cambiamento interiore rispetto alla vita,rispetto al modo di interpretare l'ennesimo passaggio su questa aspra terra.

lunedì 11 aprile 2011

Lasciami Andare


Ora lasciami andare
fammi sparire dai tuoi anni
diluendomi nel tempo che ti resta
non come ombra di un ricordo
ma come luce amica
trasparente
come l’aria che non vedi
ma ti sazia
riempie i tuoi polmoni
e di rosso colora le tue vene
e di rosso fuoco
voglio il mio tramonto
e l’alba nuova
non triste e bianca
di opaca e silente nebbia
ma frizzante e cristallina
alba di primavera
scoppiettante e rumorosa
di fronde ricche di canto
e di vento fresco
impazzito di gioia
in mezzo a un prato
dove danzano sinuosi cardi
finalmente nudi e liberi
le loro spine in terra
sepolte dalle zolle
gravide
di un nuovo seme
irrorato di speranza.

lunedì 28 febbraio 2011

Fratello Mio

Fratello mio fratello nero
nello sguardo tuo
trovo il sole il mare
e la sabbia del deserto
dalla bocca tua arsa di sale
e di sgomento
non odo il suono
io sordo e cieco
soffocato nel cemento
non riconosco l'uomo
nell'ombra disegnata dal tramonto
e difendo i figli miei dal tuo perdono
per darli in pasto poi
al Dio denaro
e scrivo cartoline ai figli tuoi
tenendoli a distanza
dando loro briciole d'amore
che gonfiano il mio ego
e saziano solo la mia coscenza
e chiamo fame quel crampo lieve
che di certo non mi ammazza
ma che basta per ignorare
la tua arsura
la tua fame vera
che da buon cristiano sfrutto
per difendere il mio bene
Fratello mio fratello nero
nel tuo sguardo trovo il mondo intero
e io misero seme fortunato
nato per caso dall'altro lato
di questo mare duro
non faccio nulla
di cui essere fiero.

Illusione

questa vita che in fondo poi non cambia mai e le ossa scricchiolanti a sostenere ancora la sua precarietà
socchiudo gli occhi davanti all'imbarazzo dell'ennesima illusione
di una mano amica che scivola di lato
evitando la stretta tua sincera
perché in fondo questa vita tua non cambia mai
incertezza che si somma traballando
anno dopo anno
stratificando ansia e paure sulla schiena esausta e disillusa
sfinita nel credere all'inganno
di un possibile riscatto
disposto infine a cedere
quel piccolo residuo
di umana dignità
in cambio di un meritato
atteso
misero contratto.

martedì 8 febbraio 2011

Anche se



Anche se
per un capriccio del destino
finisse domani il mio cammino
avrei negli occhi
impresso
il tuo sorriso
le mie mani a cornice
sul tuo viso
e sul petto stretto
l'abbraccio caldo a prepararti un sogno
per vegliare in silenzio il tuo respiro
il primo sguardo del mattino
a scacciare le ombre dal tuo sonno
finisse domani questa mia strana storia
il rimboccarti le coperte
notte dopo notte
le darebbe comunque un senso
e partecipare alla tua vita
un dono
il più grande
che salda il debito infinito
che regala un senso al tempo
nel tempo che scorre levigando storie
finisse domani la mia vita
non avrei rimpianti
perchè ho avuto la gioia di vederti al mondo
perchè sei la luce che sazia tutto intorno
che mette pace
nel mio vivere inquieto
perchè sei l'essenza intera
del mio cuore disadorno.