martedì 16 febbraio 2010

perduti

Poi
nel silenzio cupo
del giorno dopo
nel sottile rifiuto
del tasto di occupato
nell'attesa ironica
di un cellulare muto
guardi le tacche che misurano l'assenza
di chi ti gira intorno
ma non ti vuol parlare
e ti lascia lì da solo
con la tua storia da inventare
in una mano l'aria
e nell'altra una bilancia
per pesare le parole
nello spazio tiranno di un messaggio breve
dove devi condensare un emozione
raccontare questa tua tristezza lieve
niente di importante,è vero
ma sotto il velo del tuo tempo
dietro le quinte del palco
che hai montato sulla faccia
devi almeno provare
ad essere sincero
e la cosa ormai ti pesa
sei invecchiato
corri poco e giochi sul sicuro
con tattica a difesa
di quel poco che hai imparato
da tutti i calci presi
nei giorni mangiati a morsi
che non saziano
la fame che rimane dentro
questo cuore malato
bulimico d'amore
che si riempie
ma non riesce a vomitare.

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